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domenica 28 febbraio 2010

Into the Wild: quando un desiderio diventa lo scopo di una vita

"Se vuoi qualcosa nella vita, datti da fare e prendila!"




Non ho avuto la possibilità di vederlo prima, ma questo film mi incuriosiva davvero tanto.
E devo ammettere che ne sono rimasta entusiasta.
Il film narra la storia vera di Christopher McCandless, interpretato da un bravissimo Emile Hirsch, che dopo la laurea, nonostante un futuro promettente, lascia tutto per inseguire il suo sogno: andare in Alaska.
Nel suo viaggio incontra tanta gente che segnerà il suo cammino, ma alla meta arriverà solo.
Straordinaria la somiglianza di Emile Hirsch con Christopher (tra l’altro questo è stato il primo motivo per cui il regista Sean Penn l’ha scelto), ma il modo in cui è entrato nella parte è ancora più sorprendente.
Costretto a perdere 20 chili durante le riprese per poter interpretare Christopher allo stremo, Emile ha interpretato talmente bene la parte da rendere il fruitore del film quasi partecipe della sua avventura.
Molto bravi anche tutti gli attori che interpretano i personaggi che ruotano attorno alla vita del protagonista.
A partire da un’intensa Kristen Stewart (la Bella di Twilight e sequel), nella sua prima impresa più matura, a Marcia Gay Harden e William Hurt, bravissimi nell’interpretare i genitori incapaci di capire il disagio del figlio e che maturano solo nell’affrontarne la perdita.
Da citare sono anche alcuni dei personaggi che Christopher incontra nel suo viaggio: Catherine Keener e Brian Dierker, che in un certo senso diventano i genitori che Chris non ha mai avuto e che avrebbe voluto. La Keener soprattutto ha saputo mostrare senza inibizioni il dolore di una mamma costretta a separarsi da suo figlio e che cerca espiazione in Chris.
Infine Hal Holbrook, che condivide i desideri del protagonista o Vince Vaughn convincente in una parte diversa dalle solite.
Ovviamente non posso non citare il regista Sean Penn, straordinario nel fondere l’intensità delle psicologie dei personaggi a paesaggi talmente belli da togliere il fiato.
Se devo però trovare un piccolo difetto, è solo la durata del film, forse un pò troppo lungo.
In ogni caso è un vero peccato che il film non sia stato riconosciuto a dovere durante gli oscar 2008.
Per chi volesse immergersi nella bellezza di questo film consiglio il sito della BIM dedicato al film.

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