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lunedì 7 dicembre 2009

Il passato è una terra straniera




Meno 'legale' degli altri libri di Carofiglio ma non per questo meno bello.


Il libro ti tiene incollata dall'inizio alla fine.


Unica pecca: forse il colpevole si capisce troppo presto.


Nulla a che vedere con il film che invece è stato una totale delusione.


"La gente manipola e viene manipolata, imbroglia e viene imbrogliata in continuazione, senza rendersene conto. Fanno del male e ne ricevono senza rendersene conto. Rifiutano di rendersene conto perché non potrebbero sopportarlo. Il gioco di prestigio è una cosa onesta perché è chiaro in anticipo che la realtà è diversa da quella che appare."

La strega di Portobello


Di Paulo Coelho ho letto tanti libri, eppure non smette mai di stupirmi.

Molti scrittori, seppur bravi, hanno la tendenza a mantenere lo stesso genere o la stessa modalità di scrittura.

Lui no.

Anche per questo La strega di Portobello è stata una piacevolissima sorpresa.

Scritto sotto forma di interviste a chi la 'strega' l'ha realmente conosciuta, il libro delinea il personaggio pian piano, a cerchi concentrici, grazie alle opinioni positive e negative degli intervistati.

Fino alla sorpresa finale...

Un libro da non perdere in attesa del film che dovrebbe essere curato dallo scrittore stesso.
"Abbandonarsi completamente all’amore – sia esso divino o umano – significa rinunciare a tutto: anche al proprio benessere, o alla propria capacità di prendere decisioni. Significa amare nel senso più profondo della parola." Athena

La solitudine dei numeri primi


Visto il successo che aveva ottenuto ero piena di aspettative su questo libro.

Sarà stato per questo che alla fine mi ha un pò delusa.

La storia in se è bella ma un pò a singhiozzi (salti temporali a volte troppo lunghi) e con troppi punti lasciati in sospeso.

Non aggiungo altro per non rovinare la sorpresa di chi non l'ha letto.

Però mi piacerebbe avere commenti da chi invece l'ha già fatto.

"Finirai per non vederlo neanche più" fece. "E come? L'avrò sempre lì, sotto gli occhi" "Appunto" disse Mattia. "È proprio per questo che non lo vedrai più".

Juno...la maturità dove meno te l'aspetti


Juno è un’adolescente dei giorni nostri, che, in un pomeriggio monotono e noioso, decide di impiegare diversamente il suo tempo con l’amichetto Bleeker.


Il frutto dell’imprudenza, o della spregiudicatezza dei due adolescenti, arriverà nove mesi dopo. Non volendo tenere con sé il pargoletto, la ragazza escogita un piano per trovare una perfetta coppia di genitori a cui affidare il bambino che sta crescendo dentro di lei....


Bel film pieno di sentimenti e situazioni tipiche dei nostri giorni, bravissima l'adolescente Ellen Page e simpaticissimi i dialoghi.


E poi...chi lo dice che i ragazzi sono meno maturi degli adulti?


"So che uno dovrebbe innamorarsi prima di riprodursi ma credo che la normalità non faccia per noi!" (Juno)


I gamberoni di District 9


Un pò fantascienza un pò splatter, girato in stile documentario.

E' l'opera prima di Neill Blomkamp e prodotto da Peter Jackson (ndr. che al regista doveva un favore...).

Pur non essendo il genere per cui vado matta non mi è dispiaciuto...anzi!

Nonostante il tema fantascientifico vengono trattati argomenti come l'emarginazione e il tema del diverso, tanto da far risultare (e non è così???) gli uomini come inumani e gli alieni capaci di affetto e gratitudine.

Molto bella la parte del protagonista, cinico e spietato, che per assurdo comincia ad aver un cuore durante la sua trasformazione...

Insomma...Evviva i gamberoni!!!!

La dura verità...tra i sessi!


Troppo concentrati a pensare che i film siano solo quelli 'impegnati', molti non sono più abituati a 'lasciarsi andare' a quattro sane risate al cinema.

E' questo che ci si deve aspettare da La dura verità.

La guerra dei sessi, snocciolata nei minimi particolari...soprattutto quelli più...intimi.

I puritani obietteranno che il film è troppo volgare e sboccato, ma con tanta volgarità gratuita che si trova in televisione perchè lamentarsi quando, come in questo caso, la battuta 'spinta' ci sta tutta?

Il film scorre veloce e le battute sulle differenze abissali del gentil sesso dal suo opposto sono così azzeccate da divertire proprio per questo.

Il lieto fine potrebbe risultare 'ovvio' ma io credo di no: in fondo, nonostante le differenze, i due sessi riescono sempre a trovare il punto di incontro...e scocca l'amore!

Almodovar troppo malinconico ne 'Gli abbracci spezzati'


Almodovar è uno dei miei registi preferiti...ma Gli Abbracci Spezzati non lo ricorderò come uno dei suoi film più belli.
Brava la Cruz, anche se un pò sottotono, più brava la Molina, col suo personaggio molto intenso.
Il film parte molto bene, grazie anche alla componente di mistero legata al personaggio di Lena e tutta la prima parte ti tiene incollato alla sedia.
Pian piano però il film perde di tono e dopo il momento clou dell'incidente cala drasticamente.
Non dico che sarebbe stato meglio chiudere il film così ma continuare per altri 30 minuti no!!!
Il bello è che non se ne capisce neanche il motivo!
I personaggi che avrebbero avuto bisogno di essere maggiormente delineati dopo la morte di Lena, come Ernesto padre e figlio, rimangono nell'angolo senza un motivo preciso, mentre la scena gira quasi a vuoto intorno a Matteo, Judit e Diego.
Nota di merito all'omaggio a Viaggio in Italia di Rossellini, la cui sequenza del ritrovamento dei due cadaveri colti abbracciati dalla lava ha ispirato anche il titolo.

venerdì 4 dicembre 2009

Rubini e la sua Puglia nel suo ultimo film L'uomo nero


Dopo mille peripezie sono riuscita (ndr. e devo ringraziare il mio amico Fabio), ad ottenere un ambitissimo invito per l'anteprima del film L'uomo nero.

All'inizio mi son detta 'però...Sergio Rubini viene a Bari a promuovere il suo film e fa una proiezione ad inviti privati!'.

Poi sono entrata in sala...e ho capito: Rubini ha fatto un film nella sua terra e, per la prima, ha voluto le persone che gli sono state vicine.

In sala, in un'aria di festa, c'erano gran parte degli attori del film, dai grandi ai piccini, dai maggiori ai minori.

Arrivato al suo decimo film (un traguardo importante a detta dello stesso regista), Rubini, dopo il noir di Colpo d'occhio, ritorna in Puglia per raccontarla, in un film in parte autobiografico, ai tempi di quando era bambino.

Il film, nonostante la lunghezza forse un pò eccessiva, scorre piacevole e a mio giudizio è molto ben riuscito.

Dalle ambientazioni di una Puglia anni '60 (ndr. da buona modugnese ho riconosciuto il nostro famoso sottopassaggio), alla fotografia, alle musiche inconfondibili di Nicola Piovani, tutto è perfettamente in sintonia e strizza l'occhio alle ambientazioni felliniane di Amarcord.

Vedere Scamarcio molto invecchiato all'inizio del film e poi perfettamente inserito nei panni del giovane scapestrato cognato di Rubini, che si lascia andare a divertentissime gag con lui, ti fa dimenticare lo Step di Tre metri sopra il cielo, amato dalle ragazzine, e apprezzare invece l'attore maturo che è diventato.

Valeria Golino, in un ruolo più dolce rispetto a quelli cui ci ha sempre abituati, è bravissima nei panni di una pacata madre di famiglia, innamorata e gelosa del marito Rubini nonchè sorella di Scamarcio, e parla un perfetto pugliese.

E poi lui, l'istrionico Sergio Rubini (che nei ruoli che interpreta non sbaglia mai un colpo), impegnato a sviluppare la storia del difficile rapporto padre-figlio visto dagli occhi di un bambino, che vede l'uomo nero in tutte le situazioni incomprensibili per la sua età.

Le dinamiche del film sono scandite dai rapporti giocosi e tempestosi tra i protagonisti e tutti coloro che ruotano intorno a loro (divertentissimi i ruoli di Mariolina De Fano, Maurizio Micheli e Vito Signorile).

Una nota d'ammirazione va infine anche al bimbo barese Guido Giaquinto e a tutti i suoi compagni, ieri presenti in sala (ndr. è stato bellissimo sentirli riconoscersi meravigliati nel film).

Insomma, un altro bel film italiano, in cui, come cita un personaggio del film, l'aria dei grandi artisti si sente!