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venerdì 5 febbraio 2010

Baciami Ancora: incontro col cast



04/02/2010 Feltrinelli, Bari
Il produttore Domenico Procacci, Gabriele Muccino, Sabrina Impacciatore, Daniela Piazza presentano il film Baciami ancora. Intervista Silvio Maselli.

E questo è un estratto dell’intervista.

Maselli: Sabrina, com’è dopo dieci anni tornare sul luogo del delitto?
Impacciatore: E’ così bello che non posso pensare che sia già successo.
Gabriele Muccino, insieme ad Ettore Scola sono stati i primi a credere in me che fino ad allora avevo fatto la comica in televisione.
L’ultimo bacio è stato il film che mi ha cambiato la vita: sul set sono stata tutto il tempo con la tachicardia tipica dell’innamoramento.
Il personaggio di Livia è stato un pò scomodo da interpretare: tanta gente a Roma mi fermava dicendo: ‘Aho! Dopo che ho visto l’ultimo bacio non mi sono più sposato, immaginavo che mi moglie veniva come te!’
Dopo dieci anni Livia, per quanto sempre un pò rigida, è più umanizzata dal fatto di essere diventata madre.
Ma si ritrova in una relazione in cui fa la parte della crocerossina!
Maselli: Daniela, tu invece di che sindrome hai sofferto?
Piazza: Io nessuna. Il mio personaggio era in embrione nell’Ultimo bacio con pochissime sfumature. Il personaggio che Gabriele ha scritto per me in baciami ancora è invece bellissimo.
Maselli: Gabriele, tutti i tuoi film italiani sono prodotti da Domenico Procacci. Che relazione si instaura tra produttore e regista?
Muccino: C’è innanzitutto rispetto reciproco, a volte si comunica senza parlare. Io so che lui sa quello che ho in mente, quello che voglio fare, perchè lo legge meglio di chiunque altro e mi appoggia.
E’ un rapporto che purtroppo ho interrotto per la mia esperienza ad Hollywood, perchè i produttori erano altri.
Avere un produttore cui far sempre riferimento è molto importante.
Maselli: Domenico come hai visto crescere Gabriele, e come sei cresciuto tu insieme a Gabriele?
Procacci: Gabriele è cresciuto tantissimo, anche nei film americani che non abbiamo fatto insieme.
Negli ultimi film è evidente che Gabriele mette la macchina da presa a servizio della storia, mentre prima c’era forse la necessità di dimostrare il suo valore nella regia.
Lo trovo molto più misurato, ancora più bravo nella regia.
Maselli: Sabrina, come descriveresti il film?
Impacciatore: Quando l’ho visto per la prima volta ero stordita da quanto avevo visto. E’ come essere centrifugati. Perchè ci sono talmente tante emozioni: si piange, si ride, ci si arrabbia.
Il film parla di tante storie d’amore, è un film sull’amicizia, sul ritorno, sulla famiglia, sulla fede, sull’importanza delle donne, che nell’ultimo bacio erano quelle da cui fuggire, mentre qui sono quelle a cui si deve tornare.
Un film sul tempo che cambia e che ci cambia, sul desiderio di credere ancora in un sogno.
Maselli: Una delle caratteristiche più belle di Muccino sceneggiatore è quella di toccare le corde di un pubblico molto ampio. Nella scrittura di questo film come sei partito?
Muccino: E’ stato un percorso molto lungo, però uno dei vettori più importanti è stato il senso di colpa. Quanto è facile fare degli errori e come poi si debba tentare di recuperarli.
Da questa idea originaria è nato il film: su come si sbaglia e come si riesce a ritrovare il punto di partenza.
Mentre l’ultimo bacio etra un film siulla paura, sullo smarrimento e sulla fuga, questo è sul ritorno, sulla sensazione di aver sbagliato e il tentativo di recuperare.
Sono consapevole che ad una lettura frettolosa il film può sembrare più leggero di quello che in realtà è. Il motivo per cui riesco a toccare le corde di un vasto pubblico è proprio perchè in realtà ognuno riesce a trovare una chiave di lettura del film.
Questo film può essere per alcuni molto divertente per altri molto drammatico.
Maselli: Domenico, in Italia c’è qualcuno che pensa che voi siate dei fannulloni. Ci sono produttori, come te che fanno film per un’idea di ricerca filmica e produttiva. Cosa ti spinge davvero a fare film?
Procacci: In realtà le scelte difficili non sono quelle di produrre baciami ancora, sono altre, che fanno parte di un lungo percorso. A me piace seguire percorsi di autori con cui lavoro bene e sono in sintonia, anche se sono autori che fanno percorsi diversi.
Quello che mi auguro è che si veda una coerenza in quello che faccio. Ho prodotto i film di Garrone, che vanno in una direzione diversa da quella di Gabriele, o Ozpeteck o Vicari.
Per decidere cerco di capire se un progetto riesce ad emozionarmi e il percorso di un autore ad entusiasmarmi.
Maselli: Daniela, dal punto di vista dell’attrice cosa significa il momento dell’uscita del film, con il pubblico che ti riconosce e si riconosce?
Piazza: Questo per me è il primo ruolo importante in un film così importante. Mi sta arrivando un affetto sincero, se fermano me è perchè hanno visto il film. A teatro senti il calore del pubblico che vibra nella sala, il cinema lo vivi dalle persone per strada ed è un regalo immenso.
Maselli: Sabrina?
Impacciatore: Ci sono due livelli: uno è quello dell’attore, delle sue ansie sull’aver fatto un buon lavoro per poi averne altri (il lavoro dell’attore è precario).
E poi c’è il livello dell’anima che è quella più importante, perchè un attore vero (non uno che vuole apparire) sceglie questo mestiere perchè non può farne a meno.
Il momento in cui il film esce è di puro terrore: quando la risposta positiva arriva è un momento impagabile.
Maselli : Gabriele il lavoro con gli attori come lo elabori?
Muccino: Prima di iniziare le riprese divido gli attori in gruppi o per coppie e leggo la sceneggiatura a tavolino con loro. Lì vedo se i dialoghi se funzionano o non funzionano, riscrivo scene, taglio o aggiungo, faccio trasformazioni strutturali.
In questa lettura molto attenta gli attori prendono coscienza e si calano in personaggi che spesso sono lontani da loro.
Fatto questo lavoro preparativo sul set tutti sanno cosa devono fare e a quel punto si può lasciare andare la palla e vedere dove arriva.
Il film è stato scritto per tutti gli attori dell’ultimo bacio tranne che per Vittoria Puccini che ho trovato lungo il percorso. Questo ha aiutato tantissimo la scrittura della sceneggiatura.
Impacciatore: Perchè ci si emoziona quando si guarda un film di Muccino? Perchè noi attori lavoriamo con emozioni vere. Noi sul set viviamo un’esperienza. Con Gabriele smetti di avere filtri e ti lasci andare. E questo si vede sullo schermo.
Maselli: L’esperienza americana: che esperienza è stata e che esperienza sarà?
Muccino: Come regista italiano per convincere devi saperci fare a livello psicologico, devi convincere, perchè ad Hollywood hanno paura di sbagliare e perdere soldi.
Tu devi rassicurarli prima con le parole e poi con i fatti. E’ stata un’esperienza serena e piena di bei momenti ma con mille insidie.
L’esperienza della lingua per un regista è diversa da quella dell’attore. I codici di accesso di un regista su un attore sono gli stessi. Gli attori invece devono conoscere bene la lingua.
Per di più, gli americani, per impostazione sociale sono molto disponibili verso gli stranieri.
Fare film in America è molto costoso, è ambizioso, qualunque collaboratore sa che il film farà il giro del mondo, quindi c’è un’estrema serietà. Paradossalmente è molto facile guidare una nave dove tutti sanno bene cosa fare. I miei collaboratori italiani sono ugualmente bravi ma lo spirito del viaggio è diverso.
Maselli: Progetti per il futuro?
Muccino: Una commedia italiana e un film americano con Keanu Reeves.

Stefano Accorsi, causa impegni, è passato solo qualche minuto per salutare il pubblico .

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