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martedì 26 gennaio 2010

BIF&ST Conferenza Stampa del 26 gennaio


Conferenza stampa di C'era una volta la città dei matti: da sinistra, dietro l'intervistatore, Marco Turco, accanto a lui la figlia di Basaglia ed in fondo a destra Fabrizio Gifuni
La conferenza è iniziata con l’intervista ad Alessandro Di Robilant, regista di Marpiccolo.
Il film, ambientato a Taranto è affidato in parte ad attori non professionisti, a partire dallo stesso protagonista Giulio Beranek.
Durante l’intervista Di Robilant ha sottolineato soprattutto la difficoltà avuta nell’approcciarsi al difficile quartiere Paolo VI e ai suoi alquanto diffidenti abitanti per raccontare la storia di questa ‘Gomorra’ tarantina.
L’attenzione si è poi spostata sul film C’era una volta la città dei matti, fiction in due puntate prodotta da Claudia Mori per Rai Uno e proiettato in anteprima ieri al Teatro Petruzzelli.
Il film tratta della vita di Franco Basaglia psichiatra e fautore della contestata Legge Basaglia che nel 1978 portò alla chiusura dei manicomi a favore di strutture di accoglienza che restituissero dignità ai cosiddetti ‘matti’.
Tra gli intervistati, Marco Turco regista del film, Fabrizio Gifuni, protagonista nei panni di Basaglia e la figlia stessa di Basaglia.
Per due volte Felice Laudadio, direttore artistico del festival, ha interrotto la conferenza stampa.
La prima per sottolineare la lunghezza dell’applauso che ha seguito la proiezione di ieri (stimato in circa 20 minuti) e incitare i giornalisti presenti in conferenza a dare importanza alla notizia.
La seconda per permettere a Claudia Mori, che non è potuta essere presente all’evento per motivi familiari, in contatto telefonico, di fare i suoi complimenti ai presenti per il successo del film.
Il film, che non ho potuto vedere, ma che andrà in onda il 7 febbraio su Rai Uno, sembra sia stato molto intenso.
Chi ha partecipato all’anteprima ha sottolineato il silenzio assoluto che ha accompagnato il film per tutta la sua durata (circa 3 ore) terminato con il lunghissimo applauso.
Insomma un successo per chi il film l’ha tanto voluto, che fa ben sperare in una televisione pubblica più vicina a questo genere e non ai tanti reality che ormai la fanno da padroni.

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