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giovedì 22 aprile 2010

Indovina chi sposa mia figlia: dopo l’intervista, la recensione

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Dopo aver trattato dell'intervista che Lino Banfi ha rilasciato al Cineporto di Bari il 16 aprile scorso in occasione della presentazione del film Indovina chi sposa mia figlia, incuriosita, non ho potuto fare a meno di andare a vederlo al Multicinema Galleria di Bari dove è stato proiettato per qualche giorno (ad un'orario, le 16.00, davvero improponibile per un film da promuovere per lo meno in Puglia dove è girato).

La storia

Tratto dal bestseller autobiografico di Jan Weiler Maria, ihm schmeckt’s nicht! (Maria, non gli piace!) che in Germania ha conquistato il pubblico con più di un milione e mezzo di copie vendute, il film narra l’esilarante storia di un rocambolesco matrimonio italo-tedesco. Jan (Christian Ulmen) e Sara (Mina Tander) sono molto innamorati e decidono di sposarsi. C'è però un problema: devono convincere il padre di Sara, Antonio Marciapane (Lino Banfi), testardo emigrato di origini italiane. Antonio vuole che la cerimonia si svolga a Campobello, sua città natale, e così tutta la famiglia parte alla volta del paesino pugliese, dove Jan viene accolto dalla numerosissima famiglia Marciapane. A causa delle due culture totalmente differenti, nei giorni antecedenti al matrimonio ne succederanno delle belle che finiranno per mettere a repentaglio le nozze.

Il risultato

La commedia, dal retrogusto agrodolce, pur avendo avuto un enorme successo in Germania, non è un capolavoro, ma è tutto sommato godibile.

Il film può infatti vantare una buona sceneggiatura dove per par condicio, sono derise equamente le due culture: se da un lato si ride per la caotica famiglia allargata dove tutti sanno tutto, o per il mal funzionamento degli uffici pubblici italiani, dall’altro si deride l’ignoranza degli stranieri che dicono di amare la “bella Italia”, e poi passano le vacanze in Toscana a fare massaggi indiani nei resort.

Senza vergogna è inoltre descritto il modo in cui gli immigrati venivano (o vengono?) trattati, per cui, per riprendere le parole del film, agli stranieri è permessa l’assimilazione e non l’integrazione.

Molto belle anche le musiche e la fotografia, grazie alla quale vengono marcati i tratti tipici delle due culture: fredda e quasi inospitale quella tedesca, calda e assolata quella dell’Italia meridionale. Ricordo che il film, per le scene italiane è girato interamente a Gravina di Puglia (e per qualche minuto anche a Bari).

Pecca del film è però il cast, dove accanto ad attori molto bravi come Christian Ulmen (definito dal produttore Cristiano Bortone, il Fabio De Luigi tedesco) o Lino Banfi (anche se a volte, forse solo perché lo sapevo, ho notato il fatto che non conoscendo la lingua leggeva le battute) o al divertentissimo Sergio Rubini, non brilla per interpretazione il resto del cast tedesco, a partire dalla sposa Mina Tander.

Infine da buona barese non posso non citare i camei di due attori miei conterranei che interpretano la parte dei genitori di Antonio da giovani: Lia Cellamare e Dante Marmone.

Qui la scheda del film.

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